Martedì, 20 Ottobre 2015 16:49

Gaëlle Josse scrive la "sua" Ellis Island

Scritto da 

jossedi Valeria Gramigna

New York - Ellis Island, 3 novembre 1954. Tra qualche giorno, il centro di immigrazione chiuderà. 

John Mitchell, il direttore, si aggira, solo, nei corridoi ormai deserti che, un tempo, avevano accolto folle di esuli appena sbarcati insieme ai loro sogni e alle loro speranze di un domani migliore, e inizia a ripercorrere la sua vita trascrivendo i ricordi che ancora lo attanagliano. Liz, la giovane moglie morta troppo presto, e lei, Nella, l'immigrata sarda dal passato oscuro, che lo mette dinanzi a se stesso, ai suoi sentimenti, alle passioni, ma anche alle sue incongruenze, ai suoi dubbi, alle sue debolezze.
Passato e presente, realtà e finzione, si intrecciano in una scrittura densa, tesa e incisiva nelle scene e nelle immagini cruciali della narrazione, vibrante per la capacità di scavare nei non-detti e nelle pieghe più profonde degli animi dei personaggi. Mitchell, in primis, personaggio ambivalente e complesso che, attraverso le difficoltà delle sue scelte, le trasgressioni e l'intensità del suo sentire diviene simbolo dell'anti-eroe, di una "vita minuscola" che trae la sua autenticità proprio da tanta fragilità.
Le parole restituiscono tutta la fatica, la rinuncia, la rassegnazione, la collera e la disperazione, il confronto con i valori, gli obblighi, la solitudine, le emozioni dei personaggi che prendono vita in queste pagine, ritratti incompiuti, ma rispettosi della memoria e della dignità di uomini e donne qualunque, tanto più attuali e credibili perché ci riportano ad eventi dei giorni nostri.

Gaëlle Josse, Le dernier gardien d'Ellis Island, Les Éditions Noir sur Blanc, 2014.