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Mercoledì, 18 Luglio 2018 13:34

Marie NDiaye, Niente di umano

MARIE NDIAYE, NIENTE DI UMANO.

Con testo originale a fronte.

Introduzione e traduzione di Ida Porfido.

Tradurre. Edizioni B.A. Graphis, 2009.
 

ISBN 978-88-7581-134-1
 

 

Niente di umano è un’opera composta in occasione della quinta edizione del Festival Temps des Paroles, organizzato nel 2004 intorno al tema dei “fantasmi”. Due donne, Bella e Djamila, desiderano con forza lo stesso appartamento. Un tempo erano molto vicine, persino amiche. Ma una era ricca, l’altra no. Il passato, uno dei fantasmi dell’opera, impone il perseguimento di una rivincita. Così le due protagoniste si dilaniano sotto gli occhi di un uomo, Ignace, e le parole escono loro di bocca in maniera disordinata, delirante, misteriosa. E poi c’è la presenza di una strana bambina, la figlia di Djamila, “una piuma”, “un sospiro”, una corrente d’aria gelida, l’incarnazione di una tenera infanzia o di una cattiva coscienza...


Marie NDiaye è autrice di romanzi, racconti, opere teatrali e libri per ragazzi. Ha cominciato a scrivere molto presto e, a soli diciassette anni, ha pubblicato il suo primo romanzo, Quant au riche avenir, riscuotendo i consensi della critica. Tuttavia, è con Rosie Carpe, del 2001, che ha ottenuto un ampio e indiscusso succeso, tanto da aggiudicarsi il Prix Femina.
Benché considerata un’autrice di opere in prosa, Marie NDiaye ha scritto anche numerosi testi teatrali, tra cui Papa doit manger, nel 2003, che ormai figura nel repertorio della Comédie Française. Nel 2009 ha vinto il premio Goncourt.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 13:28

Olivier Cadiot, Fairy Queen

OLIVIER CADIOT, FAIRY QUEEN.

Con testo originale a fronte.

Traduzione di Ida Porfido.

Tradurre. Edizioni B.A. Graphis, 2008.
 

ISBN 978-88-7581-112-9
 

 

Fairy queen è un’opera ambientata nella casa parigina dove, tra la prima e la seconda guerra mondiale, la scrittrice americana Gertrude Stein ha vissuto con Alice Toklas, compagna e segretaria tuttofare. Narra di una giovane artista che viene invitata a pranzo dalla papessa dell’avanguardia europea e si esibisce davanti ai suoi illustri ospiti.
Frugando nell’intimità delle sue celebri donne, e divertendosi a mostrarci una Stein tanto pronta a lanciarsi in brillanti disquisizioni estetiche quanto a stramazzare al suolo completamente ubriaca, l’autore invita il pubblico a partecipare a un’avventura umana e intellettuale tra le più straordinarie del Novecento.
 

Olivier Cadiot è una figura orginale di poeta, drammaturgo, romanziere e critico contemporaneo. Indagando con acume i legami tra passato e presente, sin dai suoi esordi ha saputo immaginare una serie di storie e personnagi (tra cui il ricorrente Robinson Crusoe) che sembrano trovare nel palcoscenico il luogo più adatto per dispiegare la loro energia propulsiva. La questione della velocità, con il suo doppio regime di accelerazione e decelerazione, infatti, è al centro del suo lavoro di ricerca, insieme all’oralità, che rende la sua lingua inconfondibile, di volta in volta lirica e iperrealista, irresistibilmente ludica e audace.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 13:16

Jöel Pommerat, Questo figlio

JÖEL POMMERAT, QUESTO FIGLIO

Con testo originale a fronte.

Traduzione di Ida Porfido.

Tradurre. Edizioni B.A. Graphis, 2009.
 

ISBN 978-88-7581-081-8
 

 

Questio figlio è il risultato di un progetto commissionato a Joël Pommerat della Caisse d’allocations familiales, dipartimento del Calvados. Con il titolo Qu’est-ce qu’on a fait?, lo spettacolo ha debuttato l’8 gennaio 2003 a Hérouville-Saint-Clair, al Centre dramatique national de Normandie, con la regia dello stesso Pommerat.


Joël Pommerat è autore e regista. Nel 1990 fonda la Compagnie Louis Bouillard e inizia a presentare i suoi spettacoli nel teatro parigino de la Main d’Or. Col tempo una vera e propia rete di sostegno cresce intorno alla compagnia e consente l’allestimento della trilogia Pôles, Treize étroites têtes e Mon ami e, successivamente, di Grâce à mes yeux, Qu’est-ce qu’on a fait?, Au monde, Le petit chaperon rouge, D’une seule main, Les marchands, Cet enfant. Riconosciuta come una tra le realtà più significative del teatro contemporaneo francese, dal 2000 la compagnia riceve diversi contributi per l’attività che svolge in campo drammaturgico, mentre dal 2003 i testi di Pommerat vengono regolarmente pubblicati dell’editore francese Actes Sud-Papiers.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 13:07

Pauline Sales, L'infusione

PAULINE SALES, L’INFUSIONE. 

Con testo originale a fronte.

Traduzione di Ida Porfido.

Tradurre. Edizioni B.A. Graphis, 2006.
 

ISBN 88-7581-060-5
 

 

L’infusione di Pauline Sales è un atto unico, privo di scene o di sequenze interne, basato su una strana, talvolta inquietante triangolazione tra esseri umani e dimensioni esistenziali. Una sera marito e moglie hanno una dicussione nel salotto di casa. L’intervento di un terzo personaggio li aiuta a spezzare il circolo vizioso dei loro rapporti e ad affrontare le conseguenze di un evento ineluttabile. I pochi oggetti in scena sottolineano il fluire del tempo e le trasformazioni in atto: un telefono che squilla ripetutamente, una tazza di tisana che passa di mano in mano, una sigaretta accesa e lasciata a metà. Di volta in volta dolenti, irati, dubbiosi o affranti, i protagonisti di quest’opera sembrano creature fantomatiche, irreali, colte nell’istante in cui varcano quel labile confine che separa la concretezza della vita dall’annientamento della morte.


Pauline Sales è attrice e autrice di teatro. La sua prima opera, Dépannage, è stata realizzata per il Festival de Blaye nell’agosto 1999 con la regia di Laurent Laffargue. Nell 2000 ha scritto per il Royal Court Theatre di Londra Il aurait suffi que tu sois mon frère, presentata a marzo 2002. La Bosse, Cake e Le Groenland sono state oggetto di letture pubbliche e messe in scena rispettivamente nel 2000, 2002 e 2004. L’infusion (2004) e Désertion (2005) sono state scritte perla Comédie de Valence con cui Pauline Sales collabora attivamente dal 2002.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 11:15

Nouve solitudini

NUOVE SOLITUDINI. MUTAMENTI DELLE RELAZIONI NELL’ULTIMA NARRATIVA FRANCESE
 

A cura di Matteo Majorano
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
Critica e storia letteraria
 

ISBN 9788874624836
2012, pp. 256
140x215 mm, brossura

 

IL LIBRO
  

La letteratura – come del resto tutte le forme artistiche – è capace di far emergere aspetti oscuri dell’esperienza umana, trasformandoli spesso in risorse vitali. Così è anche per la solitudine, condizione particolare attraversata da ogni individuo: le solitudini sono tante, almeno quante sono le esperienze umane chiamate a riempire le pagine dei romanzi. Una presunta ala “nobile” della solitudine è quella concettuale, che coesiste con una seconda, poco “aristocratica”, anzi plebea, che comprende uno straordinario e variegato catalogo: solitudini quotidiane, disperate, a volte piccole, altre infinite.

 

Così, almeno fino a qualche tempo fa, si è presentata la solitudine nella letteratura, e nella letteratura francese in maniera più marcata. Ma cosa accade oggi tra le carte del romanzo? Cosa è cambiato nella presenza di questa materia, incandescente e glaciale? La solitudine la si guadagna e la si difende, senza nemmeno più la ragione forte di essere artista? E se la solitudine non fosse né bella né brutta, ma solo umana, senza drammi e senza gloria? Se non fosse più un elemento di distinzione per nessuno, ma solo uno spazio reale della vita di ciascuno, quando la vita non ha più bisogno di finzioni? Il volume, mettendo a fuoco queste domande, prova a tracciare delle risposte, affronta casi specifici e, nel suo complesso, rappresenta una chiave d’accesso ad un tema cruciale della letteratura contemporanea, francese e non solo. (Majorano)
 

INDICE
 

Matteo Majorano, Lo stato delle cose
Matteo Majorano, L’état des choses
Matteo Majorano, Solitudes au virage
 

Solitudini da raccontare
 

Philippe Adam, Sans lunettes noires
Gianfranco Rubino, Solitudes familiales
Bruno Blanckeman, «Je ne vis pas comme ils vivent…» Imaginaires et esthétiques de la solitude dans le roman contemporain
Mathieu Riboulet, Singulier solitaire
Dominique Rabaté, Polyphonie du solitaire: le Robinson d’Olivier Cadiot
Carine Capone, Seuls, les chœurs solitaires de Laurent Mauvignier
Valeria Gramigna, Violaine Schwartz: solitude en écho
Pauline Klein, L’imposture
Jean-Bernard Vray, L’œuvre d’Yves Ravey. Exode et élection: devenir juif
Sylvie Germain, La solitude comme lieu
Marinella Termite, Géométries solitaires: Pierre Péju et Éric Reinhardt
 

Mettere in rete la solitudine

Giusi Alessandra Falco, Webcritica: voci nuove dalla rete
Alessandra Casella, La TV degli scrittori per i lettori
Jacopo Cirillo, Il rapporto tra libri e lettori nel web 2.0
Abeline Majorel, La communauté des lecteurs à l’œuvre sur le web
Anne-Sophie Demonchy, La critique littéraire sur le web: plus libre et plus propice au débat d’idées
 

Marie Thérèse Jacquet, Des solitudes, ensemble

 

Mercoledì, 18 Luglio 2018 10:11

Il ritorno dei sentimenti

IL RITORNO DEI SENTIMENTI

 
A cura di Matteo Majorano
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
Critica e storia letteraria
 

ISBN 9788874626717
2014, pp. 208
140x215 mm, brossura

IL LIBRO
 

Un “fantasma” sembra aggirarsi nella letteratura francese a partire dagli anni Cinquanta del Novecento e pare destinato a rimanere tale per mezzo secolo, con una latente e, poi, dagli anni Ottanta, con una più riconoscibile capacità di produrre nuove forme o nuovi contesti letterari. Il “fantasma dei sentimenti” da tempo attraversa inquieto le pagine della narrativa, finzionale o autofinzionale, di Francia. Alcuni potrebbero, d’altronde, ipotizzare che questo “spettro” sia stato una presenza attiva, un fermento vitale, seppure dapprima minoritario, sotterraneo e sommesso (ma, forse, neppure troppo clandestino), anche nel periodo più ostile all’espressione in letteratura dei sentimenti. L’inversione di tendenza, nel romanzo francese di questo primo decennio del XXI secolo, appare sempre più netta e riconoscibile e finanche, talvolta, egemonica, se non eccessiva, come spesso succede, quando l’albero è stato troppo piegato, in precedenza, con corde cerebrali e funi ideologiche, nella direzione opposta a quella genetica e costitutiva della scrittura.
 

Quando, come e perché è iniziata questa “riapparizione” dei sentimenti nel romanzo? In quali esperienze significative di scrittura si è espressa e quali sono le varianti narrative che si sono imposte? Quali sono i rischi che il romanzo francese contemporaneo corre quando la ricerca e l’espressione dei sentimenti si fa, come accade oggi, in maniera tumultuosa e incontrollata, con una forte esigenza di originalità che ne temperi i rischi insiti nel sentimentalismo? È possibile una letteratura dell’equilibrio, una letteratura che possa vivere senza l’eccesso, una letteratura senza esasperazione, o per dirla diversamente uno spazio letterario liberato da questa eredità e, dunque, propositivo? Perché il sentimento, anche quello più esacerbato, resta anche un punto di equilibrio tra la leggerezza dell’emozione e la gravità della passione, che porta pure lo stesso nome. (Majorano)
 

 INDICE

 

Matteo Majorano, La forza discreta dei sentimenti
Matteo Majorano, La force discrète des sentiments
Marie Thérèse Jacquet, Pour une définition du “sentiment”
Philippe Adam, L’adieu aux larmes
Pierre Senges, Comment composer ses états d’âme?
Marinella Termite, “Du plus loin des sentiments” chez P. Modiano
Salvatore Pepe, C. Oster, sentimentale per vocazione
Mariella Soldo, C. Angot: un’esplorazione fisica dell’amore
Giusi Alessandra Falco, Sentimenti di scarto. V. Ravalec o dell’esclusione Da Cantique de la racaille a Wendy
Valeria Gramigna, L’écriture-monde : M. de Kerangal
Valerio Rota, Disegnare i sentimenti: i romanzi grafici di E. Baudoin

 

RECENSIONI

Fabio Libasci, « Il ritorno dei sentimenti, a cura di Matteo Majorano », Studi Francesi, 177 (LIX | III) | 2015, 632.

 

L’AUTORE

Matteo Majorano professore di Letteratura francese presso l’Università di Bari. Di formazione classica, si interessa, a partire dal 1990, di letteratura del presente ed è tra i primi ad introdurre, in Italia, la disciplina dell’extrême contemporain. Per promuovere questi studi ha creato, nel 2001, la collana “Margini critici” e, dal 2012, con Gianfranco Rubino, dirige la collana “Ultracontemporanea”, osservatoio delle scritture attuali.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 09:53

Le sentiment végétal

LE SENTIMENT VÉGÉTAL. FEUILLAGES D’EXTREME CONTEMPORAIN
 

Marinella Termite.
Préface de Marie Thérèse Jacquet.
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
 

ISBN 9788874626724
2014, pp. 224
140x215 mm, brossura

IL LIBRO

Pourquoi faire pousser un imaginaire végétal à l’époque de la rapidité et de l’immédiateté? Comment échapper aux pièges du virtuel et rendre solide la précarité? Loin d’une approche descriptive, symbolique ou fonctionnelle, la reconfiguration des ressources du végétal dans les lignes des écrivains d’aujourd’hui interroge de près le littéraire. Le sentiment végétal fleurit là où le vivant en danger ne peut se mettre à l’abri qu’en revenant au plus près de sa source. De l’herbier au bouquet, sans négliger l’impact avec les clairières, cette résistance met à l’épreuve la main verte de toute écriture. Elle explore sa capacité d’herboriser pour toucher l’authenticité de l’essentiel, garantie de la profondeur, propre au littéraire.
 

INDICE

 

Marie Thérèse Jacquet, Entre les feuilles

 

Dedicace

 

I. Racines

 

II. La main verte de l’écrivain

 

III. Herbier

 

1. L’écorce ou le toucher
2. Les pétales ou l’odorat
3. Le vert ou la vue
4. Le verger ou le goût
5. Le frisson des feuilles ou l’ouïe
6. La lymphe de la lumière

 

IV. Bouquet

 

1. Les arbres-livres
2. Plantes enracinées
2.1 Acacia
2.2 Bouleau
2.3 Chêne
2.4 Hêtre
2.5 Magnolia
2.6 Néflier
3. Plantes visionnaires
4. Plantes scripturales
4.1 Glycine
4.2 Flamboyant-Chêne-Glycine
5. Plantes curieuses
6. Plantes greffées
7. Plantes thérapeutiques
8. Plantes vénéneuses
9. Pour un bouquet sentimental

 

V. Clairière

 

VI. Branches

 

Bibliographie

 

1. Parterre critique

 

2. Allée des œuvres

 

 L'AUTORE

  

Marinella Termite poursuit ses recherches sur la littérature française actuelle à l’intérieur du Groupe de Recherche sur l’Extrême Contemporain (GREC) de l’Université de Bari. Elle a, entre autres, publié L’écriture à la deuxième personne. La voix ataraxique de Jean-Marie Laclavetine, préface de Marie Thérèse Jacquet (Peter Lang, Berne 2002) et Vers la dernière ligne, préface de Marie Thérèse Jacquet (B. A. Graphis, “Marges critiques/Margini criticiˮ, Bari 2006).

 

RECENSIONI

Eva Feole, « Marinella Termite, Le Sentiment végétal. Feuillages d’extrême contemporain », Studi Francesi, 177 (LIX | III) | 2015, 632.

Giulia Pacini, « Marinella Termite, Le sentiment végétal: feuillages d’extrême contemporain», The French Review, Volume 90, No. 1, October 2016, p.210.
 

LE SUJET ET L'HISTOIRE DANS LE ROMAN FRANÇAIS CONTEMPORAIN. ÉCRIVAINS EN DIALOGUE
 

Sous la direction de Gianfranco Rubino
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
Critica e storia letteraria
 

ISBN 9788874627042
2014, pp. 144
140x215 mm, brossura

IL LIBRO
  

Depuis une trentaine d’années ou plus, de nombreux écrivains français assument l’Histoire comme objet ou comme contexte de l’intrigue de leurs récits. Un regard en arrière qui ne connaît pas de bornes. Tourné d’abord et surtout vers le XXe siècle, dont il vise les phases les plus significatives et les événements majeurs, il s’étend souvent bien plus loin, vers d’autres siècles, d’autres périodes, d’autres époques.

 Quelle est la relation qui se dessine ainsi entre le sujet écrivant et l’histoire ? Pourquoi un écrivain décide-t-il d’évoquer le passé ? Quelle est la logique qui lui inspire le choix d’une époque plutôt que d’une autre ? Comment se situe-t-il par rapport au présent, qui reste son horizon incontournable ? Quelle attitude manifeste-t-il face à cette histoire qui est à la fois processus factuel et mise en récit ? Quelle est la spécificité de l’écriture romanesque par rapport à la narration historique ?

 Ces questions ont été abordées à plusieurs reprises par des critiques. Mais il semble productif que ceux-ci les adressent également aux protagonistes mêmes de ce phénomène, à des écrivains, et non des moindres, dont les propos font la matière de ce livre dialogué.

 

INDICE
  

Interventions de Stéphane Audeguy, Laurent Binet, Frédéric Cathala, Colette Fellous, Hédi Kaddour, Laurent Mauvignier, Alain Nadaud, Emmanuelle Pagano, Lydie Salvayre.

 Introduites par Flavia Conti, Valerio Cordiner, Federico Corradi, Estelle Mouton-Rovira, Sabina Panocchia, Gianfranco Rubino, Paolo Tamassia, Martine Van Geertruijden

 

RECENSIONI

 Francesca Forcolin, « Le sujet et l’Histoire dans le roman français contemporain. écrivains en dialogue, sous la direction de Gianfranco Rubino », Studi Francesi, 178 (LX | I) | 2016, 174.

 

 L’AUTORE

Gianfranco Rubino a enseigné la littérature française à l’Università di Roma Sapienza. Il s’occupe surtout du roman des XXe et XXIe siècles, dont il a étudié histoire, thèmes, formes, auteurs, en lui consacrant des profils généraux, des travaux monographiques, des ouvrages collectifs, des articles parus en Italie et en France. Il a dirigé en 2012 le volume Il romanzo francese contemporaneo.

LE ROMAN FRANÇAIS CONTEMPORAIN FACE À L’HISTOIRE. THEMES ET FORMES
 

Sous la direction de Gianfranco Rubino et Dominique Viart
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
Critica e storia letteraria
 

ISBN 9788874626908
2014, pp. 528
140x215 mm, brossura

IL LIBRO
 

L’Histoire ne laisse pas la littérature en paix. Ou bien est-ce l’inverse? Depuis une trentaine d’années, une floraison de romans français revisitent le passé. Cette rétrospection concerne surtout le XXe siècle, ses phases cruciales et ses événements tragiques, mais elle embrasse aussi les époques antérieures. Les romanciers ne se satisfont plus de raconter : ils suspectent, ils enquêtent, multiplient leurs approches. Et leurs oeuvres diffèrent par bien des aspects, formels et thématiques, du roman historique en vogue au XIXe siècle. Dans le même temps, nombre d’historiens s’interrogent sur l’instance narrative, la forme du récit et sur les usages scientifiques de la fiction littéraire. À la confluence de ces mouvements se déploie la fortune de ce qu’on pourrait appeler des romans historiens, pour lesquels l’Histoire, les événements aussi bien que la manière de les écrire, devient elle-même une question partagée.
 

Autour de ce grand courant historicisant qui accroît encore son élan dans la première décennie du XXIe siècle, le présent ouvrage réunit des réflexions d’écrivains, d’historiens, de littéraires. Attentif aux textes les plus récents, il en explore les choix chronologiques, les modèles formels, les thèmes saillants, parmi lesquels les guerres, la décolonisation et les questions politiques jouent un rôle de premier plan.
 

INDICE
 

 Introductions

 

Gianfranco Rubino, L’Histoire interrogée
Dominique Viart, La littérature, l’histoire, de texte à texte

 

Des modèles littéraires puor dire l'histoire

 

Patrick Boucheron, Dissiper l’aura du nom propre
Anne-Marie Garat, Petit éloge du biais. Ou comment la fiction habille l’Histoire par le travers ; exposé illustré de quelques exemples de couture – la photo de famille, l’archive, le document
Emmanuel Bouju, La conscription fictionnelle des témoins, ou l’istoricisation du roman contemporain
Dominique Viart, Globalisation et synchronies historiques : Patrick Deville, Histoires parallèles
Laurent Demanze, Vestiges du temps et restes de l’histoire selon Jean-Yves Jouannais
Giusi Alessandra Falco, L’Histoire oblique. Le cas de La Disparition de Jim Sullivan de Tanguy Viel

 

De siècles en siècles

 

Martine Van Geertruijden, Modernités du Moyen Âge
Federico Corradi, Tromper la mélancolie par des assauts de passé : les fictions biographiques et le XVIIe siècle
Anna Maria Scaiola, Le petit homme en avance sur l’Histoire : le néo-roman napoléonien
Lucie Lagardère, Événement révolutionnaire, fractures narratives et ruines ontologiques en contexte post-révolutionnaire
Gianfranco Rubino, Le court XXe siècle : traversées de l’Histoire
Flavia Conti, Nos histoires : des générations au carrefour des années 1980

 

Écrire les guerres et la décolonisation

 

Stéphane Audoin-Rouzeau, Les Champs d’honneur, et ce que les historiens de la Grande Guerre ne voyaient pas
Pierre Schoentjes, Regards romanesques sur la Grande Guerre : Echenoz, Vuillard et les arts visuels
Éric Vuillard et Pierre Schoentjes, Dialogue : De l’histoire à la littérature
Alexis Jenni, Par la fiction, les tensions les plus vives parfois s’abolissent
Valerio Cordiner, Je et les autres. Le sujet français dans la guerre d’Algérie
Veronic Algeri, Mémoire coloniale et immigration : comment raconter cette histoire ?
Sabina Panocchia, Dire la décolonisation à la française : histoire d’un récit à traquer

 

Histoires politiques et sociales

 

Silvia Disegni, Raconter les histoires de l’Histoire : la Commune réinventée
Jean-Bernard Vray, Michon, Fleischer, Deville : trois regards sur la Terreur et ses avatars
Paolo Tamassia, La révolution du désir pendant Mai 68 : Houellebecq et Lacan via Žižek
Annalisa Bertoni, Paroles ouvrières, entre mémoire et témoignage
Luca Bevilacqua, Limonov d’Emmanuel Carrère, la biographie et l’Histoire
Jean-François Hamel, De Mai à Tarnac. Montage et mémoire dans les écritures politiques de Jean-Marie Gleize et Nathalie Quintane

 


Bibliographie thématique sélective

 

 

 GLI AUTORI

Gianfranco Rubino a enseigné la littérature française à l’Università di Roma Sapienza. Il s’occupe surtout du roman des XXe et XXIe siècles, dont il a étudié histoire, thèmes, formes, auteurs, en lui consacrant des profils généraux, des travaux monographiques, des ouvrages collectifs, des articles parus en Italie et en France.

 Dominique Viart, professeur à l’Université Paris-Ouest et membre de l’Institut Universitaire de France, étudie les relations entre littérature et sciences humaines. Spécialiste de la période contemporaine, il vient de publier une Anthologie de la littérature contemporaine française, romans et récits depuis 1980.

Mercoledì, 18 Luglio 2018 08:56

Le bal des arts

LE BAL DES ARTS. LE SUJET ET L’IMAGE : ECRIRE AVEC L’ART

 
Sous la direction d’Elisa Bricco
Quodlibet Studio. Lettere. Ultracontemporanea
Critica e storia letteraria
 

ISBN 9788874627530
2015, pp. 384
140x215 mm, brossura

IL LIBRO
 

Aujourd’hui, les frontières des formes artistiques tendent à devenir de plus en plus indéfinissables sous l’effet d’une intense activité de circulation, d’hybridation et de métissage conduisant à la naissance de nouveaux régimes de la création et à la composition d’oeuvres complexes et multiples. Les textes littéraires n’échappent pas à cette transformation mettant en scène de nouveaux paradigmes de lecture et de signification par l’expérimentation d’autres manières de dire la réalité, de raconter des histoires, de se poser face au monde. Le sujet, son statut et les modalités de sa présence dans les oeuvres littéraires qui entretiennent une relation avec les autres arts, sont autant d’axes privilégiés dans ce volume. En transgressant les frontières entre les arts, les oeuvres donnent à voir et à penser des univers de signification et de représentation élargis devant lesquels le sujet bénéficie en retour d’un accroissement de ses capacités de compréhension et d’invention. Dans ces textes la communication entre les différentes formes artistiques se trouve mise en jeu au point qu’il ne suffit plus de la définir en termes d’hybridation, et qu’il convient peut-être mieux d’y réfléchir en termes d’intermédialité.
Le présent volume reprend ces thématiques de recherche et ces interrogations ; il les approfondit et les développe en déchiffrant des pratiques d’écriture contemporaines qui entretiennent des rapports étroits avec les arts et les techniques de l’image. Les mises au point théoriques et méthodologiques côtoient des analyses pointues et des propositions d’interprétation de phénomènes nouveaux et encore peu définis par la critique.
 

INDICE

Introductions

Elisa Bricco, De la porosité des frontières
Chiara Rolla, Art(s) et écriture(s) en prose : la base de données « Ecriture et art »


De l'image artistique 

Bernard Vouilloux, Medea mediatrix. Pascal Quignard et la figuralité du médium
Dominique Vaugeois, Espace historique et espace intime dans l’essai littéraire contemporain sur la peinture. (Claude Esteban, L’ordre donné à la nuit)
Fabien Gris, Bal des arts, des corps et des histoires : incarnation et figuration dans Les Œuvres de miséricorde de Mathieu Riboulet
Marcella Biserni, Penser par image : l’Art de Bosch dans la réécriture de Savitzkaya
Erica Tacchino, Frida Kahlo, le Mexique et la peinture au regard des écrivains contemporains Jean-Marie Gustave Le Clézio et Gérard de Cortanze
Jean-François Py, Images et Histoire : Les Onze, récit de Pierre Michon, et l’œuvre du peintre Neo Rauch
Maurizia Migliorini, I romanzi di Melania Mazzucco e la storia dell’arte
Isabelle Dangy, La figure du galeriste dans le roman contemporain

De l'image cinématographique

Margareth Amatulli, Questions de cinéma : Cheyenn de François Emmanuel et Supplément à la vie de Barbara Loden de Nathalie Léger
Denis Mellier, Après l’apocalypse : formes visuelles de l’écriture chez Maïa Mazaurette, Céline Minard et Xabi Molia
Marie-Pascale Huglo, « Entrer dans un art par un autre » : cinématographie de la petite scène chez Roland Barthes et Annie Ernaux
Nancy Murzilli, Effets de projections : l’écriture du sujet par le détour du cinéma
Annie Oliver, Ecrire « avec » le cinéma
Jutta Fortin, La présence du film muet dans les romans de Camille Laurens

De l'image photographique

Marina Ortrud M. Hertrampf, Narration et photographie. Enjeux intermédiaux dans des photo(auto)biographies et photo(auto)fictions contemporaines : Raczymow – Ronis – Deville
Elisa Bricco, Pratiques d’usage de la photo dans la prose contemporaine
Bruna Donatelli, Instantané littéraire : les « légendes » de Michel Butor
Danièle Méaux, Des vues et des paroles « gelées » : un dispositif signé Sophie Calle

 De l'exposition d'image et d'autres pratiques contemporaines

Magali Nachtergael, Ecritures plastiques et performances du texte : une néolittérature ?
Jean-Max Colard, L’hypothèse du « roman-exposition »

Entretien

Frédéric Ferney, Sur le rapport entre art et écriture. Frédéric Ferney s’entretient avec Nathalie Léger, Arno Bertina, Patrick Chatelier, Christian Garcin

L'AUTORE
 

Elisa Bricco est professeur associé à l’Université de Gênes, où elle poursuit ses recherches sur les écritures contemporaines de langue française. Elle a publié récemment Le défi du roman. Narration et engagement oblique à l’ère postmoderne(Peter Lang, Berne 2014). Elle a écrit entre autre sur A. Bertina, F. Bon, J. Echenoz, A. Fleischer, S. Germain, E. Hocquard, V. Rouzeau, A. Volodine. Elle dirige le groupe de recherche de l’ARGEC (Atelier de recherche génois sur l’écriture contemporaine).

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