Martedì, 17 Dicembre 2013 09:13

Una nuova Iliade

Scritto da 

rançondi Giusi Alessandra Falco

Si dice Iliade, e, già solo a riascoltare nella testa i primi versi, si pensa ai rumori della guerra, si vede la violenza umana nella sua rappresentazione

più esplicita, legittimata dai conflitti che la storia ha imposto e che ora sono lì, per essere raccontati, per essere memoria.
Eppure, non soltanto le dinamiche della brutalità degli uomini hanno scritto l'Iliade; esistono scene lasciate nella penombra della narrazione, che, però, sono capaci di mostrare bene i moti dell'animo, le sue trasformazioni, la sua capacità di resistere alla forza primitiva delle armi. Lo scrittore australiano David Malouf, nel suo romanzo Ransom (appena tradotto, in Francia, e disponibile già dal 2010 in Italia, col titolo Io sono Achille) ha fatto luce sull'episodio della morte di Ettore per mano di Achille, sulla vendetta desiderata che non pacifica l'inquietudine del Pelide, e sul "riscatto" proposto da Priamo, padre del giovane guerriero ucciso. Un riscatto singolare, pagato, nella narrazione restituita da Malouf, con la rinuncia al ruolo politico, da parte di Priamo, per abbracciare unicamente quello di padre, di uomo ferito dalla morte del figlio. Per pagare questo riscatto – che dà il titolo all'opera -, Priamo intraprende un lungo viaggio, che lo porterà ad incontrare Achille, a rivedere il corpo ancora intatto di Ettore, e, soprattutto, a riscoprire la vita, quella che stava fuori dalle mura del potere, dispersa tra gli uomini e lontana dal perdono.
Con la riscrittura di una pagina importante del patrimonio della memoria e della letteratura mondiali, Malouf consegna al lettore una storia in cui mostra che l'amore, per esistere, deve farsi spazio tra le pesanti corazze che l'uomo stesso costruisce, per difendersi, ma, soprattutto, per ferire, per garantire la sua sola sopravvivenza, per dimostrare un'indiscussa unicità.
Ransom non è un romanzo di guerra, e nemmeno un riscrittura della Storia; appare, piuttosto, come un testo sugli uomini, sulla loro fragilità così come emerge anche nei momenti più insospettabili, quelli in cui, da sempre, prevale la forza, si nominano i vincitori, si lotta per dominare. Perché, in fondo, alla base di ogni letteratura c'è la vita umana, e, alla base della vita umana, spesso, ci sono i sentimenti, siano essi mirati a costruire o a distruggere, senza lasciarsi la possibilità di un ritorno.

David Malouf, Ransom, London, Chatto&Windus, 2009

traduzione italiana Io sono Achille (traduzione di Francesca Pe'), Milano, Frassinelli, 2010

traduzione francese: Une rançon (traduction de Nadine Gassie), Paris, Albin Michel, 2013