vendredi, 14 février 2014 09:42

Small Stories

Written by 

lynchdi Giusi Alessandra Falco

Sono fotografie-narrazione, quelle che, in una sala espositiva dalle pareti rosse, alla MEP, portano la firma di David Lynch.


Il regista americano dall'immaginario complesso, sospeso tra un sogno confuso ed una realtà fumosa, ha realizzato una serie intitolata Small stories e composta da una quarantina di stampe in bianconero, in cui mostra la sua visione della realtà, e del rapporto degli esseri umani con lo spazio che li circonda.
L'universo riprodotto da Lynch è un luogo in cui le proiezioni mentali dei personaggi che lo abitano prendono talvolta il sopravvento, fino a diventare veri e propri protagonisti delle scene narrate, e fino ad occuparne completamente la scena. Così gli esseri umani restano a guardare, in disparte, i mostri generati dai loro pensieri, immobili in un angolo dello spazio fotografico, impotenti di fronte alle figure enormi che invadono le stanze. Sono prevalentemente spazi chiusi, quelli rappresentati dall'obiettivo di Lynch, come a voler rappresentare una metafora dell'intimità umana, del suo isolamento rispetto agli altri, della solitudine di chi lascia che il proprio immaginario prenda il sopravvento sulla realtà tangibile, e la sostituisca. I ritratti, invece, mostrano persone diventate l'ombra di quelle che erano, profili quasi irriconoscibili, che la fantasia dell'autore ha reso nuovi, disarmati, trasparenti al punto da mostrare le tempeste che imperversano dentro di loro.
Con i suoi fotogrammi, il regista americano riesce a fermare frammenti di storie possibili e rende ogni singola immagine un fotogramma in movimento, una scena di un nuovo grande film che racchiude le paure degli uomini, le emozioni che, talvolta, ne orientano i comportamenti. Le sue sono Small stories, ma riescono a mostrare la forza della narrazione, la capacità della creatività di cambiare la realtà, quella immobile e in bianconero che ci circonda.

Small Stories, fino al 16 marzo, presso la MEP - maison éuropéenne de la photographie de la vilole de Paris, 5/7, rue de Fourcy, 75004, Paris

M°Saint Paul o Pont Marie